Una bussola per orientare il cambiamento, la nuova programmazione di CSVnet

Superare il concetto di rete e costruire una comunità dei Centri di servizio con una visione sistemica nazionale; rafforzare l’interlocuzione con i decisori politici per la completa attuazione della riforma del terzo settore; far crescere le competenze dei Csv e la capacità di capire i bisogni delle associazioni; rinnovare e rinsaldare la relazione con le reti associative locali e nazionali; lavorare con la pubblica amministrazione e con gli enti locali nella co-progettazione delle politiche pubbliche.

Sono solo alcuni degli obiettivi alla base della nuova programmazione di CSVnet (qui il documento integrale), che l’assemblea dei soci, riunita in modalità telematica, ha approvato lo scorso sabato.

Ancorato agli obiettivi dell’Agenda 2030 e definito anche in base a precisi criteri di misurazione delle performance e dei risultati attesi, il piano delle attività per il 2022, illustrato dal direttore Alessandro Seminati agli 84 delegati presenti online, è frutto di un lungo percorso di consultazione, durato circa sei mesi, nei quali sono stati coinvolti dirigenti e operatori di tutti i centri di servizio per il volontariato al fine di rilevare i bisogni e definire le sfide da affrontare nell’anno in corso ma con lo sguardo anche verso il futuro.

“Siamo una rete relativamente giovane, in questi anni il sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato ha affrontato, con successo, una prima fase di revisione importante che ha ancora i suoi effetti.

Dai momenti di dialogo che abbiamo realizzato con i Csv in tutta Italia sono emerse istanze e richieste di cui abbiamo tenuto conto e che ci portano oggi a presentare una programmazione ricca di sostanza” ha sottolineato la presidente di CSVnet Chiara Tommasini, nel suo intervento introduttivo.

Alla base del documento c’è la connessione fra le quattro direttrici strategiche – la bussola che sta orientando tutto il lavoro della nuova governance, ovvero formazione, digitalizzazione, community e comunità e sostenibilità – con i quattro grandi sistemi di riferimento dell’associazione nazionale – la rete dei Csv, il mondo del volontariato e del terzo settore, le istituzioni e i soggetti economici.

Questa impostazione a matrice ha prodotto una serie di obiettivi di cambiamento e decine di schede operative, che puntano a risultati ben precisi. Oltre a quelle già esplicitate, tra le finalità strategiche anche la necessità investire nella digitalizzazione perché il terzo settore ha bisogno di aprirsi alla tecnologia e alle opportunità che questa offre, soprattutto per snellire la burocrazia e potenziare le progettualità; approfondire e condividere linee di ricerca sulle tendenze del volontariato attuale e riflettere su come sostenere le nuove forme, anche tutte quelle definite “liquide” o “episodiche”; raccogliere la sfida del Pnrr per trasformare i fondi in progetti per i territori; potenziare il ruolo del volontariato per la tenuta sociale del Paese valorizzandone l’energia mobilitata durante la pandemia.

Come ha spiegato nel dettaglio il direttore Alessandro Seminati, rispetto al budget complessivo di circa 1,5 milioni di euro, una quota importante sarà investita nella formazione, area in cui rientrano anche nuovi progetti innovativi di mobilità europea che coinvolgeranno i Csv o lo sviluppo di piattaforme collaborative digitali.

Rilevanti anche gli investimenti nella comunicazione, oltre che nei settori della consulenza e accompagnamento, per sostenere la trasformazione digitale dei Csv e l’ottimizzazione dei processi erogativi dei Centri di servizio a vantaggio degli enti di terzo settore, soprattutto in questa frase cruciale per l’attuazione della riforma.

Previste inoltre diverse attività di ricerca, anche in collaborazione con istituti qualificati.

 

Fonte: CSVnet