“Smail”, il poliambulatorio solidale dove si “cura” con il sorriso

«La tutela della salute, come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività da garantire con cure gratuite agli indigenti». Nell’articolo 32 della Costituzione italiana è racchiuso il principio della medicina solidale che è, poi, la mission dell‘associazione Smile che due anni fa, in un bene confiscato alla ‘ndrangheta, a Villa San Giovanni, ha messo in piedi un poliambulatorio di prossimità.

L’iniziativa si ispira al carisma di San Giuseppe Moscati, pioniere della medicina solidale, come ci spiega il presidente dell’associazione, medico e volontario del Centro, Mimmo Cotroneo. Il dottor Cotroneo, una vita passata nello scoutismo e nel volontariato, ci accoglie sotto i portici della centralissima via Riviera. Nell’alzare la saracinesca, dove è ben impresso il loro dell’associazione (uno stetoscopio stilizzato che ricorda un “sorriso”), ci accoglie all’interno dei locali del poliambulatorio, affidati all’associazione nel 2018. «Qui è tutto a norma. Alcuni lavori sono stati eseguiti in economia, ma nel rispetto delle leggi vigenti in materia sanitaria», racconta ancora Cotroneo, indicandoci stanze e ambulatori, dove «tre volte a settimana, pazienti di tutte le età vengono accolti da specialisti che erogano la loro prestazione a titolo completamente gratuito».

La mission del Poliambulatorio Smail

«Le nostre porte – prosegue il presidente di Smail – sono aperte in particolare a tutti coloro che, per qualsiasi motivo, versano in condizione di particolare svantaggio o necessitano di risposte in tempi celeri al bisogno di salute». Purtroppo, è ancora la sua testimonianza, «in questi due anni, coincisi con l’avvio del nostro servizio, abbiamo avuto molte richieste per via delle difficoltà d’accesso alle cure garantite dal sistema sanitario locale, aumentate con la pandemia». Un’altra piaga di un territorio in cui, già in condizioni normali, è difficile avere garantito il diritto alla salute.

Durante la pandemia, colmate alcune carenze

«Nel nostro piccolo abbiamo cercato di colmare in qualche modo eventuali carenze», racconta Mimmo Cotroneo. «Per fortuna, negli ultimi mesi – aggiunge Cotroneo – è cresciuto anche il numero dei colleghi medici che si sono avvicinati a questa realtà. Lo fanno in maniera gratuita, ma anche con lo spirito proprio della medicina solidale: una medicina a misura di paziente».

L’intento non è fare concorrenza all’Asp o agli ambulatori privati: «Non vogliamo sostituirci ad essi». La differenza, spiega il presidente di Smail, «sta nel tipo di approccio che ogni medico volontario ha con il paziente, qui considerato per le sue fragilità non solo fisiche, ma anche umane ed economiche. Per questo la nostra opera vuole essere da supporto alle altre strutture sanitarie presenti sul nostro territorio».

Oltre alla malattia, insomma, si cerca di incidere sulle sacche di bisogno, attraverso un’analisi completa delle singole storie legate a ciascun utente del poliambulatorio. Al tempo stesso, si vuole donare speranza, attraverso il sorriso che è poi il messaggio che si cela dietro l’acronimo del nome – “Smail” – che altro non è se non l’italianizzazione del termine inglese «smile» che vuol dire, appunto, «sorriso». Declinato, invece, “Smail” sta per «Solidarietà medica assistenza integrata locale», ad evocare le finalità proprie dell’associazione e, in particolare, la mission del Centro di medicina solidale.

Uno spazio di cura per tutti

Nello «spazio di cura per tutti» si può usufruire di una serie di prestazioni, in modo assolutamente gratuito. Spiega Cotroneo: «Ci avvaliamo di due ambulatori: uno per l’internistica, l’altro riservato ad una specialistica di tipo personale, per branche come la psichiatria, la neurologia, la neonatologia, la neuropsichiatria infantile e la ginecologia».

In questi mesi, inoltre, il Poliambulatorio ha accresciuto la propria dotazione tecnologica, grazie ad alcune significative donazioni. L’holter cardiaco e pressorio è un dono dell’Avis comunale di Reggio Calabria. Quanto ricevuto dall’Inner Wheel, invece, ha permesso di acquistare un elettroencefalografo, strumento fondamentale per la diagnosi delle malattie a carico del sistema nervoso, disturbi del sonno, demenza e disturbi cerebrovascolari. L’ultimo tassello di un’esperienza da poco avviata, ma già in grado di raccogliere molti frutti.

Guarda il video

 

Fonte: Avvenire di Calabria