“Cara Europa, aiutaci a fare la differenza”: il futuro che vogliono i giovani volontari

“Cara Europa, siamo volontarie e volontari di tutta Italia, siamo giovani e ci impegniamo ogni giorno per aiutare gli altri, risolvere i problemi quotidiani, tutelare l’ambiente, costruire spazi di inclusione, giustizia ed equità. Ricordati che abbiamo in mano il futuro, non aver paura di investire su di noi non te ne pentirai”.

Nelle dieci lettere rivolte all’Unione europea c’è tutta la loro voglia di fare la propria parte. Le hanno scritte 500 volontarie e volontari arrivati da tutta Italia per partecipare ad altrettanti laboratori sui temi cruciali per il futuro: ambiente e vita sulla terra, giustizia e legalità, parità di genere, pace e geopolitica, salute e benessere, investimento sul territorio, cultura, cittadinanza e partecipazione, scelte e opportunità e esperienza del dono.
Io dono così. Giovani che cambiano il mondo” che si è svolto a Bergamo l’8 e il 9 ottobre è stato un fermento di idee e proposte. Organizzato dal Centro di servizio per il volontariato di Bergamo, città scelta per essere nella prima edizione del 2022 Capitale italiana del volontariato, insieme a CSVnet, con la collaborazione di numerosi enti e istituzioni e il sostegno di Intesa Sanpaolo, ha rappresentato un’opportunità di scambio, ispirazione e di crescita per le ragazze e i ragazzi giunti da 87 province italiane.

Ad aprirlo, la testimonianza del giornalista e scrittore Roberto Saviano che, prendendo spunto dal suo ultimo libro “Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo”, ha raccontato ai giovani cosa significhi per lui scegliere il coraggio e vivere senza paura di lottare per la giustizia e la dignità. Saviano ha spiegato ai ragazzi quanto sia importante partecipare perché – ha ricordato – “il nostro Paese esiste e si mantiene anche grazie alle scelte e le azioni che i giovani fanno. E ogni volta che un volontario compie un servizio, permette alla democrazia di esistere”.
“Queste dieci ‘visionarie’ lettere all’Europa sono affidate al sistema dei Csv che, insieme ai giovani che le hanno scritte, le porteranno all’attenzione delle istituzioni, delle più alte cariche dello Stato e dell’Unione europea. Ma soprattutto le faremo vivere all’interno di ogni territorio”- afferma la presidente di CSVnet Chiara Tommasini.
“Dalla nostra città – commenta il presidente del Csv di Bergamo Oscar Bianchi – si è alzata la voce di giovani che non hanno più voglia di scuse e pretesti: danno il loro contributo al cambiamento ed è importante che vengano ascoltati perché vogliono essere protagonisti del proprio futuro”.

Tante le idee emerse dai lavori dei gruppi. Oltre all’ambiente e alla transizione ecologica, ambito particolarmente sentito, hanno elaborato idee e proposte importanti su tutti i 10 temi. Rispetto alla cittadinanza le parole non bastano – dicono i 500 di Bergamo – “Non basta dire ‘proteggiamo”, “includiamo”, “salviamo”, “salvaguardiamo”, bisogna anche agire attraverso l’attivazione di spazi concreti che facciano incontrare associazioni e giovani, ed affrontare in modo concreto i bisogni della società”. Sulla cultura la parola chiave è inclusione “perché la multiculturalità non resti una parola di facciata e si faccia in modo che dalla scuola parta la lotta contro stereotipi e barriere”. I ragazzi che hanno ragionato sul tema del dono hanno immaginato anche un alfabeto di parole chiave per intrecciare le loro esperienze e padroneggiare la loro energia perché loro sono come “un’Onda, O come Onda, che da un lato ti travolge, ma dall’altro ti trasporta, se impari come cavalcarla”. Sulla giustizia chiedono all’Europa “una politica di condivisione tra gli stati membri per superare gli interessi dei singoli e favorire una crescita comunitaria che garantisca condizioni di vita dignitose e tuteli i diritti di tutti, anche dei detenuti e dei migranti”. Difficile poi, in un mondo in fiamme, parlare di pace. Ma per loro l’unica arma da utilizzare è “prendere coscienza, studiare e agire perché ovunque c’è bisogno del nostro impegno”; quindi “mettere in crisi il sistema, mettere in crisi anche te, se necessario, cara Europa – scrivono”. Sulla parità di genere, le ragazze di “Io dono così” sono disposte a fare tanto, ma chiedono all’Europa di fare ancora di più. “Pensarci libere non ci basta più – affermano nella lettera – adesso noi la libertà la pretendiamo. Vogliamo sentirci alleate, per combattere le lotte di tutti, eque per garantire a tutti le stesse possibilità, e capaci di rispettare, riconoscere e includere l’altro”. Per il gruppo che ha scritto la lettera sul territorio “bisogna trasformare gli spazi in luoghi che producano cultura, scambio, relazioni capaci di rigenerare le comunità, educare, promuovere incontri, fare crescere gli individui”. Infine la scelta: per loro fare volontariato significa una grande opportunità di crescita personale per trasformare la realtà.

La due giorni si è conclusa domenica 9 ottobre all’auditorium del Seminario Vescovile con la lettura delle lettere e un primo momento di confronto, moderato da Elisabetta Soglio responsabile dell’inserto Buone notizie del Corriere della Sera, fra i ragazzi ed importanti rappresentanti del mondo delle istituzioni e del terzo settore: il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori; il presidente della fondazione Cariplo Giovanni Fosti, l’Assessore alla Solidarietà Sociale di Regione Lombardia Alessandra Locatelli, il responsabile Direzione Impact di Intesa San Paolo Andrea Lecce, il vicepresidente di Anci Stefano Locatelli, il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò, il vicepresidente di Fondazione della Comunità Bergamasca Giuseppe Guerini, il consigliere della Provincia di Bergamo Damiano Amaglio, il vescovo di Bergamo Mons. Beschi, il rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Sergio Cavalieri, il vice capodipartimento della Protezione civile Titti Postiglione, il presidente di CSVnet Lombardia Filippo Viganò e il presidente di Conad Centro Nord Luca Signorini.

 

Fonte: CSVnet